Il mercato automobilistico globale: Cina in ascesa, Europa in bilico

Le previsioni per il futuro dell’industria automobilistica globale sono tutt’altro che ottimistiche per i produttori europei, in particolare quelli tedeschi. Una recente analisi di AlixPartners, la società di consulenza internazionale, traccia un quadro preoccupante per le marche europee, con la Cina che si configura come una seria minaccia.

Entro il 2030, i costruttori cinesi si affermeranno come dominatori di circa un terzo del mercato mondiale, vendendo circa nove milioni di unità al di fuori della Cina. In Europa, l’aumento del loro share a doppia cifra tra il 2024 e il 2030 avverrebbe a scapito di marchi europei, giapponesi e coreani, che al massimo manterrebbero i loro volumi di vendita.

I produttori cinesi puntano a conquistare il mercato grazie a un vantaggio strutturale sui costi, che si traduce in prezzi di vendita aggressivi. Gli esperti stimano che il costo di produzione di un’auto elettrica cinese sia inferiore di circa il 35% rispetto a uno equivalente europeo, soprattutto per quanto riguarda la batteria.

Oltre a cicli di sviluppo rapidi (18-24 mesi), le aziende cinesi primeggiano anche in termini di attenzione al cliente, con veicoli all’avanguardia per comfort e dotazioni.

Fabian Piontek, Managing Director di AlixPartners per la regione DACH, sottolinea che il tradizionale modello operativo dell’industria automobilistica tedesca deve evolversi per rimanere competitiva. Seppur i dazi europei potrebbero rallentare temporaneamente le importazioni cinesi, è probabile che ciò acceleri la produzione locale di veicoli e componenti cinesi in Europa. In Cina, soprattutto i produttori tedeschi di lusso stanno subendo le conseguenze di questa crescente concorrenza.

Nonostante l’investimento massiccio nell’elettrico, la domanda di auto elettriche in Germania è in calo, mentre in altri paesi europei, come Francia, Paesi Bassi e Regno Unito, l’adozione continua a crescere a un ritmo a due cifre. Entro il 2024, il mercato europeo delle auto elettriche raggiungerà il 20%, per poi arrivare al 45% entro il 2030.

Tuttavia, l’incertezza sulle soluzioni e le infrastrutture che prevarranno nel settore elettrico rende difficile per i produttori tedeschi programmare investimenti strategici. In alcuni mercati extraeuropei, i veicoli ibridi plug-in stanno conquistando sempre maggiore popolarità. La proliferazione di diverse motorizzazioni per soddisfare la domanda del mercato si traduce in una vera e propria distruzione di capitale per i produttori europei.

Il mercato automobilistico globale, che nel 2024 dovrebbe vedere la vendita di 89,2 milioni di veicoli, continuerà a crescere nei prossimi anni, con un aumento annuo medio del 2% fino al 2030, raggiungendo 101 milioni di unità.

La Cina è il paese con la crescita più rapida, con un aumento annuo del 3,4%, rispetto allo 0,7% del Nord America e allo 0,9% dell’Europa. In Europa, la crescita è guidata principalmente dall’Europa orientale (1,6%) e dalla Francia (1,1%). La Germania, invece, registra una crescita bassissima, pari a solo lo 0,6% annuo.

In termini di redditività, i produttori superano i fornitori a livello globale. Grazie a una politica di contenimento dei volumi, prezzi delle materie prime più bassi e prezzi dei fornitori invariati, i maggiori produttori hanno mantenuto una performance superiore ai fornitori, con margini che nel 2023 dovrebbero attestarsi al 13% contro il 10,6% dei fornitori. I produttori cinesi hanno margini inferiori (7,1%) rispetto a quelli europei (15%), adottando una strategia di volume per conquistare quote di mercato su scala globale. I margini dei fornitori sono simili in tutto il mondo.

Le conclusioni dello studio sono allarmanti per i produttori europei. Fabian Piontek sottolinea che mentre il dibattito pubblico si concentra sul divieto dei motori a combustione interna e sullo sviluppo di motori elettrici, si sta avvicinando una nuova rivoluzione: i software-defined vehicles, ovvero i veicoli le cui funzioni vengono aggiornate e ampliate tramite software, indipendentemente dall’hardware. Ciò modificherà in modo significativo la distribuzione dei guadagni, a vantaggio delle aziende tecnologiche e dei produttori di software rispetto ai tradizionali fornitori e produttori.

Piontek conclude che tutti gli attori coinvolti, dai produttori ai fornitori, dagli concessionari alle officine e ovviamente i clienti, devono ripensare il loro ruolo. Anche in questo settore, i produttori cinesi sono in vantaggio.