Negli ultimi sei mesi, il Nepal ha registrato un sorpasso storico: le importazioni di veicoli elettrici hanno superato quelle dei modelli a benzina. Su un totale di 12.974 veicoli entrati nel Paese, ben 7.349 sono totalmente elettrici, mentre l’obiettivo fissato dal governo prevede che entro il 2031 tutti i mezzi importati saranno a zero emissioni. Un cambiamento radicale, sostenuto principalmente dalla Cina, da cui provengono 5.434 veicoli elettrici, seguita dall’India con 1.890 unità. Solo 25 modelli, invece, sono arrivati da Corea del Sud e Germania.

Secondo il Kathmandu Post, i veicoli provenienti dalla Cina hanno richiesto un investimento di 14,36 miliardi di rupie nepalesi, equivalenti a circa 99,3 milioni di euro, con un costo medio di 18.270 euro a veicolo. Nel precedente esercizio fiscale, erano stati importati 11.701 modelli elettrici, ma se il trend del primo semestre 2024/2025 verrà confermato, il record verrà nuovamente superato. Una svolta significativa per un Paese asiatico di piccole dimensioni, ma determinato a decarbonizzare il proprio parco auto.

Il fenomeno non è isolato. Altri Stati, come Rwanda ed Etiopia, stanno adottando strategie aggressive per favorire la transizione elettrica. Il Rwanda sta potenziando la rete di colonnine di ricarica, mentre l’Etiopia ha vietato l’importazione di veicoli termici. Tuttavia, non sempre le politiche hanno dato i risultati attesi. A trainare la transizione sono i prezzi competitivi di aziende come BYD, colosso cinese che mira a consolidare la propria presenza globale puntando su mercati emergenti.

La crescita delle auto elettriche in Nepal riflette dunque una tendenza più ampia, resa possibile dall’ascesa dei produttori cinesi, capaci di offrire tecnologie a costi accessibili. Un modello che, combinato con obiettivi governativi ambiziosi, potrebbe accelerare l’abbandono dei combustibili fossili in diverse regioni del mondo.



Fonte: www.automobile-propre.com