A partire dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore nuove normative europee destinate a limitare le emissioni di CO2 nel settore automobilistico. Di fronte a queste scadenze, i costruttori d’auto esprimono preoccupazione riguardo alle conseguenze economiche, con il CEO di Renault, Luca de Meo, che ha chiesto maggiore flessibilità da parte dell’Europa per evitare che l’industria debba riservare miliardi di euro per potenziali sanzioni. Questi fondi, secondo de Meo, non potrebbero essere destinati all’innovazione e alla transizione verso un’energia più sostenibile.
Il contesto è particolarmente delicato: a partire dal 2025, la media delle emissioni consentite per ogni auto venduta in Europa sarà ulteriormente ridotta, spingendo i produttori a intensificare le vendite di veicoli elettrici. Tuttavia, diversi paesi europei, tra cui la Francia, stanno chiedendo un alleggerimento di queste scadenze, evidenziando le sfide economiche attuali, segnate da una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
Nonostante le preoccupazioni espresse, la Commissione Europea ha chiarito che non è intenzionata a rivedere in tempi brevi gli obiettivi fissati per il 2025, ma che il tema potrebbe essere discusso alla fine dell’anno, in base ai risultati di vendita e alle emissioni registrate. Tuttavia, non tutte le case automobilistiche condividono la visione di de Meo: marchi come Stellantis e BMW si mostrano fiduciosi nella loro capacità di rispettare i nuovi obiettivi, sostenendo che le vendite di veicoli elettrici sono in crescita e che l’ibridazione potrebbe anche contribuire a raggiungere le normative sulle emissioni.
Questa situazione mette in luce un dilemma cruciale per l’industria automobilistica: come bilanciare ambiziosi obiettivi climatici con le reali condizioni economiche di un mercato in trasformazione? La transizione verso le auto elettriche, sebbene necessaria, richiede investimenti enormi per rendere i veicoli a batteria più accessibili.
In conclusione, mentre de Meo non mette in discussione l’obiettivo di fine del motore termico in Europa entro il 2035, egli sottolinea l’urgenza della questione 2025, invitando a un dialogo che appare sempre più complesso e mal avviato. Le case automobilistiche europee si trovano così a dover dimostrare resilienza in un panorama in continua evoluzione, dove le sfide economiche e le normative ambientali si intrecciano in una complessa equazione.
Fonte: www.automobile-propre.com