Il mercato italiano delle auto elettriche continua a evidenziare segnali di rallentamento, come dimostrano i dati immatricolativi di novembre. Sono state registrate 6.601 vetture full electric, con un calo del 17,1% rispetto allo stesso mese del 2023. Questa discesa ha portato la quota di mercato delle elettriche al 5,3%, in confronto al 5,7% dello scorso anno. Nei primi undici mesi dell’anno, le immatricolazioni di auto elettriche ammontano a 59.126, sostanzialmente in linea con il periodo corrispondente del 2023, rappresentando una market share del 4,1%.

Per quanto riguarda l’intero mercato automobilistico italiano, si registra una flessione del 10,8% a novembre, con 124.618 unità immatricolate. Complessivamente, nel periodo gennaio-novembre, le immatricolazioni ammontano a 1.457.505, evidenziando una diminuzione marginale dello 0,2%. Analizzando i canali di immatricolazione, si osserva che il 53,5% delle auto full electric immatricolate negli undici mesi proviene da privati, mentre il restante è suddiviso tra flotte aziendali, autoimmatricolazioni e noleggi.

Mettendo a confronto le performance italiane con quelle di altri importanti mercati europei, emerge una preoccupante disparità. Nei primi dieci mesi dell’anno, la quota di mercato delle auto elettriche raggiunge il 17% in Francia, il 13,3% in Germania, il 5,3% in Spagna e il 18,1% nel Regno Unito, con l’Italia che si colloca tra i paesi con una percentuale di poco superiore al 3,9%.

Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, commenta la situazione sottolineando che la stagnazione del mercato riflette un clima di incertezza legato al quadro normativo e al dibattito pubblico sulle prospettive del settore automotive. Naso evidenzia l’urgenza di un indirizzo strategico chiaro da parte delle istituzioni, in collaborazione con l’industria. Egli ribadisce che, in un contesto internazionale sempre più competitivo, l’industria automobilistica italiana deve saper intercettare i megatrend globali dell’elettrificazione e della digitalizzazione per mantenere la propria rilevanza e competitività. Il coordinamento nazionale diventa, quindi, una necessità per affrontare le sfide del settore e favorire una transizione verso un futuro automobilistico più sostenibile.



Fonte: www.motus-e.org