La recente direttiva del governo cinese sta avendo un impatto immediato sulle strategie di espansione delle case automobilistiche nel mercato europeo. Secondo quanto riportato da Bloomberg, i produttori cinesi sono stati esortati a sospendere la ricerca attiva di nuovi siti produttivi nell’Unione Europea e a rinunciare a firmare nuovi contratti, finché le trattative sulle tariffe europee riguardanti le auto elettriche cinesi sono ancora in corso. Anche se si tratta di una direttiva e non di un ordine vincolante, essa influisce significativamente, in particolare sui produttori di stato.

Tra le prime conseguenze, Dongfeng ha annullato i suoi piani di produzione di automobili in Italia, giustificando la decisione con il sostegno del paese alle tariffe dell’UE sulle auto elettriche cinesi. Un altro produttore, Changan, ha rinviato un evento a Milano, in cui doveva presentare il suo portfolio di modelli e la filosofia di design al mercato europeo.

Attualmente, le ripercussioni sul settore privato sono meno chiare. Aziende come BYD, Xpeng e Nio continuano a pianificare investimenti in Europa: BYD ha in programma di riprendere le vendite in Germania e di aprire una fabbrica di auto elettriche in Ungheria, mentre Xpeng sta attivamente cercando un sito di produzione in Europa.

Nel frattempo, le negoziazioni tra l’Unione Europea e la Cina riguardanti le tariffe stanno attraversando momenti critici. Il Commissario al Commercio dell’UE, Valdis Dombrovskis, e il Ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, hanno avuto di recente una videochiamata per discutere i progressi. Nonostante otto round di negoziati siano già stati effettuati, rimangono “lacune significative” da colmare, in particolare riguardo agli impegni sui prezzi.

L’UE ha giustificato l’introduzione di tariffe speciali elevate con le sovvenzioni riconosciute dalla Cina ai fabbricanti locali, che costituiscono un vantaggio competitivo rispetto ai produttori europei. D’altro canto, la Cina ha suggerito la possibilità di introdurre impegni sui prezzi per mitigare le tariffe, ma vi sono divergenze sulle modalità di attuazione di tale meccanismo complesso.

In generale, il governo cinese ha avvisato i produttori del settore di non negoziare soluzioni individuali o tariffe con l’UE, in quanto cerca di stabilire un accordo quadro che copra tutti i produttori. Questo scenario in continua evoluzione suggerisce una maggiore incertezza per le aziende cinesi che desiderano entrare o espandere la propria presenza nel mercato europeo, mentre le complicazioni nelle negoziazioni tariffarie rimangono in primo piano.



Fonte: www.electrive.com