L’Unione Europea ha recentemente approvato una nuova tassa sulle auto elettriche cinesi, suscitando preoccupazioni riguardo ai potenziali effetti negativi su obiettivi climatici e relazioni commerciali globali. I diritti doganali, che possono arrivare fino al 45,3% per alcune case automobilistiche come SAIC, mirano a proteggere il mercato europeo da quella che viene definita una “sovracapacità cinese”. Gli esperti avvertono però che questa strategia potrebbe rivelarsi controproducente, in quanto senza il supporto delle auto elettriche cinesi, l’Europa rischia di non raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi climatici.
Tu Le, direttore generale di Sino Auto Insights, sottolinea che senza il contributo dei veicoli elettrici cinesi, le tempistiche per il conseguimento degli obiettivi climatici dell’UE e degli Stati Uniti potrebbero dover essere riviste. La disponibilità di auto elettriche a prezzi accessibili è fondamentale per la transizione ecologica, e questa nuova tassa potrebbe limitarne l’accesso.
In questo contesto, i costruttori automobilistici europei, in particolare quelli tedeschi come Stellantis e Volkswagen, hanno forti legami con il mercato cinese. Le loro collaborazioni con marchi cinesi di veicoli elettrici mettono in evidenza l’importanza di mantenere buone relazioni commerciali e la preoccupazione che le arrecate sanzioni possano riflettersi negativamente sul loro successo.
Il governo cinese si oppone decisamente all’imposizione di questi diritti doganali, descrivendoli come pratiche “protectioniste” e “non ragionevoli”. Le aziende cinesi, come Geely, mettono in guardia sull’impatto negativo che queste misure potrebbero avere sulle relazioni economiche tra Europa e Cina, avvertendo che ciò rischia di ostacolare il progresso nel settore automobilistico.
Mentre la Commissione Europea sembra determinata a sostenere questa nuova normativa per proteggere l’industria automobilistica locale, il dialogo sulle auto elettriche cinesi è destinato a diventare un tema cruciale nelle future dinamiche commerciali globali. La difficoltà nel raggiungere gli obiettivi climatici senza la cooperazione con la Cina potrebbe incoraggiare una rivalutazione delle politiche attuali prima che entri in vigore la nuova tassa a fine ottobre.
Fonte: www.automobile-propre.com