Negli ultimi giorni, la Cina ha ufficialmente raccomandato ai propri costruttori automobilistici di limitare gli investimenti all’estero e la condivisione di tecnologie, in vista di un incontro imminente tra Cina e Unione Europea riguardante le tasse sui veicoli elettrici. Queste nuove normative fiscali sui veicoli elettrici cinesi in Europa entreranno in vigore tra poco più di un mese e, sebbene siano state riviste più volte negli ultimi tre mesi, suscitano ancora forti contestazioni, non solo da parte della Cina, ma anche di alcuni paesi europei come Spagna e Germania, oltre che di diversi produttori automobilistici europei.

In questo contesto di tensione commerciale, il ministro cinese del Commercio, Wang Wentao, è atteso a Bruxelles per discutere la situazione con Valdis Dombrovskis, commissario europeo al Commercio. Tuttavia, le trattative sembrano essere in stallo, con le proposte cinesi ritenute insufficienti dalla Commissione Europea.

Il Governo cinese ha indirizzato le sue raccomandazioni in particolare verso due nazioni: l’India, per la quale gli investimenti sono fortemente sconsigliati, e la Turchia, dove si richiede una comunicazione preventiva alle autorità locali prima di effettuare investimenti. Nonostante ciò, aziende come BYD hanno continuato a espandere i propri progetti, come dimostra la realizzazione di un impianto vicino all’Europa.

Le autorità cinesi hanno suggerito che, qualora un costruttore decida di aprire una fabbrica all’estero, sia opportuno limitarsi all’assemblaggio semplice e mantenere la produzione dei componenti in Cina, al fine di proteggere la tecnologia domestica. Questa strategia è motivata non solo dal desiderio di tutelare i posti di lavoro in un periodo di difficoltà economiche nel Paese, ma anche dalle necessità di evitare complicazioni legate alle normative doganali. Per esempio, MG prevede di produrre veicoli in Thailandia destinati al mercato europeo, ma deve rispettare criteri specifici riguardanti l’origine dei componenti.

Queste circolari del governo cinese rappresentano un tentativo strategico non solo di mantenere il controllo sulla produzione e la tecnologia, ma anche di affrontare le sfide economiche interne, in un momento storico di grande incertezza per l’economia nazionale.



Fonte: www.automobile-propre.com