La situazione in casa Volkswagen sta diventando sempre più critica. L’azienda tedesca ha annunciato un ampio programma di risparmio per affrontare un calo significativo delle vendite in Europa, un tema che ha innescato un acceso dibattito tra i vertici aziendali e il consiglio di fabbrica durante una recente assemblea. In un incontro che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 dipendenti, il CFO Arno Antlitz ha sottolineato l’urgenza della situazione, evidenziando che le vendite europee sono calate di ben due milioni di unità rispetto ai livelli pre-pandemia.

Antlitz ha spiegato che, pre-COVID, venivano venduti circa 16 milioni di automobili all’anno in Europa, un numero drammaticamente diminuito a circa 12 milioni a causa della pandemia e della carenza di semiconduttori. Nonostante una leggera ripresa, le aspettative non superano i 14 milioni di vendite annuali, portando Volkswagen a una carenza di 500.000 veicoli venduti, corrispondenti alle capacità produttive di due stabilimenti.

Le speculazioni su possibili chiusure di stabilimenti tedeschi si intensificano; Antlitz ha implicitamente suggerito che potrebbero essere chiusi addirittura due impianti. In particolare, lo stabilimento Audi di Bruxelles è stato citato come candidato a chiusura a causa della mancanza di nuovi modelli da produrre. Se non dovesse presentarsi un investitore esterno, la produzione potrebbe cessare completamente.

In quest’atmosfera tesa, la presidente del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, ha espresso la sua ferma opposizione a qualsiasi chiusura di stabilimenti in Germania, accusando la direzione dell’azienda di avere fallito nella gestione della crisi attuale. Cavallo ha presentato un piano strategico in cinque punti che mira a ristabilire la competitività dell’azienda, enfatizzando la necessità di investire in innovazione e di semplificare i processi interni.

Il marchio Volkswagen, guidato da Thomas Schäfer, ha lanciato un appello alla riduzione drastiche dei costi per mantenere prezzi competitivi, pur mantenendo la necessità di investire in nuovi modelli. Tuttavia, Volkswagen non ha fornito dettagli specifici sugli stabilimenti eventualmente coinvolti nelle chiusure, limitandosi a dire che queste opzioni sarebbero considerate solo come ultima risorsa, se non si potessero attuare misure correttive rapide.

Oltre a queste misure, sono emerse notizie di possibili tagli ai contratti di lavoro con i livelli retributivi più elevati e una riorganizzazione dell’assunzione di apprendisti, in risposta alla carenza di manodopera che affligge attualmente la Germania. L’intera operazione di risparmio e ristrutturazione lascia intendere che la stabilità del gruppo e, in particolare, del sito produttivo in Germania, è messa a dura prova, contribuendo a una crescente preoccupazione tra i dipendenti e gli investitori. Un’équipe di leader aziendali e rappresentanti dei lavoratori si confronterà nuovamente in un incontro previsto nel pomeriggio, per discutere le preoccupazioni emerse e cercare una via d’uscita dall’attuale crisi.



Fonte: www.elektroauto-news.net