La settimana scorsa, si è appreso che Volkswagen (VW) si trova in difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi di risparmio, con un deficit compreso tra i quattro e i cinque miliardi di euro nel piano finanziario per i marchi Volkswagen e VW Veicoli Commerciali. Diversi fattori contribuiscono a questa situazione, tra cui l’aumento dei prezzi dei materiali, l’indebolimento del mercato statunitense e la scelta da parte dei consumatori di ordini di attrezzature meno costose durante il periodo di contrazione economica. Un altro problema risiede nei margini di profitto ridotti delle auto elettriche, che stanno mettendo ulteriormente sotto pressione l’azienda.
In un incontro di gestione, il CEO del marchio, Thomas Schäfer, ha riconosciuto la gravità della situazione, sottolineando che sono necessarie ulteriori misure di risparmio per proteggere il marchio da possibili perdite. Il clima di tensione aumenta, soprattutto dopo che il Consiglio di Fabbrica ha segnalato un’escalation del programma di tagli dei costi, portando a conflitti significativi tra la direzione e il sindacato. Stando alle dichiarazioni del Consiglio, la direzione ha cancellato almeno un importante impianto automobilistico e un stabilimento per componenti in Germania, e vari progetti già pianificati, come un SUV elettrico compatto previsto per il 2026, potrebbero a loro volta essere annullati.
A complicare ulteriormente le cose, VW ha deciso di annullare l’accordo sulla sicurezza del lavoro in vigore dal 1994, il cui termine era previsto nel 2029. I metodi tradizionali per ridurre gradualmente la forza lavoro, come il prepensionamento o accordi di cessazione, non sembrano più sufficienti. La chiusura di stabilimenti non è da escludere, soprattutto senza interventi rapidi e significativi. Tuttavia, rimane da chiarire dove VW intenda effettuare questi tagli, considerando che gli stabilimenti più importanti, grazie anche al coinvolgimento del governo della Bassa Sassonia, sono stati in gran parte protetti. Questo lascia in gioco stabilimenti come quello di Zwickau, la Fabbrica Trasparente a Dresda e l’impianto di componenti a Kassel, i quali impiegano oltre 26.000 persone.
Le tensioni interne non mancano, con il Consiglio di Fabbrica che non ha esitato a criticare aspramente la gestione, definendo la situazione “estremamente tesa” e promettendo “una forte resistenza da parte dei dipendenti”. Le parole della presidente del Consiglio, Daniela Cavallo, raccontano di un clima di grande inquietudine: “Il Consiglio di Amministrazione sta mettendo in discussione nulla meno che l’intero marchio VW. Non ci lasceremo chiudere qui.”
Di fronte a un panorama così complesso, la Volkswagen si trova a un bivio decisivo, dove le scelte fatte nei prossimi mesi potrebbero avere un impatto significativo non solo sulla sua stabilità finanziaria, ma anche sul futuro dell’occupazione e della produzione in Germania.
Fonte: www.electrive.com