La Commission Europea sta valutando un cambiamento significativo nel calcolo dell’impronta carbonica delle auto elettriche, concentrandosi in particolare sulle batterie e sull’elettricità necessaria alla loro produzione. Al momento, l’analisi si basa su un valore globale che non considera le specifiche modalità di produzione dell’elettricità nei diversi paesi membri. Con la nuova proposta, si intende premiare le nazioni che utilizzano mix energetici più sostenibili, riflettendo così l’impatto ambientale reale delle auto prodotte.

Questa iniziativa è parte di una legge del 2023, che mira a promuovere il recupero, il riutilizzo e il riciclo delle batterie nell’ottica di un’economia circolare. Tuttavia, la paura per l’industria automobilistica tedesca è palpabile, poiché circa il 40% dell’elettricità in Germania proviene ancora da fonti fossili. Come conseguenza, le auto elettriche tedesche potrebbero essere percepite come più inquinanti rispetto a quelle costruite in paesi con un mix energetico più pulito.

L’associazione dei costruttori automobilistici tedeschi (VDA) ha sollevato preoccupazioni, sostenendo che l’industria non ha un impatto significativo sulla produzione energetica nazionale. La VDA ha chiesto un intervento governativo, dichiarando che l’approccio suggerito dalla Commissione contraddice le politiche precedenti e potrebbe portare a svantaggi gravi per le fabbriche in Germania. Inoltre, l’associazione avverte che tali regole potrebbero non incentivare l’industria a passare a fonti energetiche più pulite, ma anzi portare a una diminuzione degli investimenti in tecnologie a basse emissioni, aumentando così le emissioni complessive.

In sostanza, mentre l’Europa mira a incentivare pratiche più sostenibili nel settore automobilistico, il delicato equilibrio tra certificazione ambientale e realtà industriale potrebbe creare tensioni significative, in particolare per i costruttori tedeschi che si trovano a fronteggiare questa nuova sfida ambientale senza chiare indicazioni su come migliorarne l’impatto.